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VISTE A CORSIDIGUIDA.IT: LA YAMAHA RD 500 LC

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Non è raro che durante gli eventi di Corsidiguida.it, ci siano corsiti che, al posto delle “solite” prestazionali superport o validissime naked, si presentino con alcuni “ferri” che, oggi, riesce ormai difficile vedere in strada. Spesso sono moto che hanno fatto la storia del motociclismo sportivo e non, e che non tutti hanno avuto la fortuna di vedere in azione, perchè (il tempo passa sempre inesorabile) nate 20 o 30 anni fa.

E’ il caso di questa bella Yamaha RD500LC, che rappresenta benissimo un’epoca, i primi anni ’80, caratterizzata dai “marziani” statunitensi (Kenny Roberts tra tutti) sbarcati nel continental circus che avrebbero poi monopolizzato la classe regina dell’epoca: la 500 gp due tempi. Sembra sia passato un secolo. E si vede, anzi, si sente, perchè ormai il rumore dei due tempi ha assunto lo stesso valore mitico del canto delle sirene…

E una sirena è questa RD 500, una sirena che ha ammaliato chi, come me, ha un ricordo indelebile di quel sibilo che per molti rappresentava il futuro delle competizioni.

Non voglio dilungarmi su quello che è stato, per tanti, un sogno irraggiungibile (costava nel 1984 L. 9.815.000, una bella cifra, credetemi), ma vi voglio comunque fornire alcuni dati ufficiali dell’epoca:

il motore, racchiuso in un bel telaio a doppia culla (peccato fosse in acciaio e non in alluminio, come era stato presentato in giappone un anno prima) aveva queste caratteristiche:

Due tempi, quattro cilindri a V longitudinali di 50 gradi, raffreddato a Iiquido con valvola termostatica ed elettroventola. Alesaggio e corsa mm 56.4 x 50; cilindrata totale 499 cc. Rapporto di compressione 6.6:1, potenza max. 88 cavalli a 9.500 gin’; coppia max. 6.8 kmg a 8.500 giri. Cilindri superiori a cinque travasi, inferiori a quattro travasi. Ammissione lamellare mista (superiore nei cilindri, inferiore nel carter), scarico controllato da sistema YPVS comandato elettronicamente. Quattro carburatori Mikuni da 26 mm. Contralbero di smorzamento vibrazioni. Lubrificazione automatica separata tipo Autolube; lubrificazione cambio tramite pompa trocoidale. Accensione elettronica a scarica capacitiva (CDI). Avviamento a pedivella sul lato destro.

Dati interessanti? Sicuramente si, come interessante era la sospensione posteriore (posta sotto il motore): monocross progressiva, con cinque posizioni di precario molla e sette di freno idraulico. Il peso? circa 200 Kg. a secco, non proprio una libellula.

Mi fermo qui, perchè tante sono le cose che vorrei scrivere su questa Yamaha RD 500, ma andrei fuori tema.

Invece voglio riportare l’attenzione su questo bel valore aggiunto degli eventi Corsidiguida.it: tra le varie moto che vengono portate a Castelletto di Branduzzo ce ne sono sempre alcune che vale la pena  osservare da vicino, perchè difficilmente le vedremo circolare su strade aperte al traffico. E a queste moto sarà dedicato uno spazio particolare sul blog. Coraggio quindi, chi ha in garage una sportiva “mitica” è invitato a sfidare i nostri campioni nelle giornate di Corsidiguida.it, vi aspettiamo!

WEB REPORTER: Massimo Bracchi

 

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Le ultime raccomandazioni di Alex prima di entrare                           La RD 500 “all’inseguimento” di Alex De Angelis

 

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 Un breve briefing per confrontarsi con l’istruttore                      Il nostro corsista in azione con la Yamaha RD 500

VIDEO ESCLUSIVO A CORSIDIGUIDA.IT: Roberto Locatelli cerca il tempo sul giro a Castelletto di Branduzzo con la Honda CRF 150

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Roberto Locatelli con l’Harley a Corsidiguida.it

 

La pista è deserta. 

I motori, stressati dopo una mattinata intensa di corso a Castelletto di Branduzzo, si lasciano raffreddare.Tutti cercano refrigerio all’ombra dei gazebo vicino al bar del circuito. Magari addentando un panino per recuperare un po’ di forze, per poter poi ricominciare la splendida avventura pomeridiana con Corsidiguida.it.

Tutti.

O quasi.

Roberto Locatelli manca all’appello, ha deciso di voler battere il record con il supermotard dell’Honda, il CRF 150 4 tempi. Si tolgono le termocoperte e via: la pista è tutta del Loca.

Giro dopo giro l’ex campione del mondo 125 prende confidenza col mezzo, e non vuole più uscire. Ci ha preso gusto, si diverte come un ragazzino.

Quello che spinge un professionista di quasi 40 anni, ormai avezzo sia alle piste che alle due ruote di tutti i generi a cercare un tempo limite con quel piccolo supermotard, può essere riassunto in una sola parola: passione.

La stessa che anima tutti noi quando mettiamo il casco e saliamo sulla nostra amata moto. La stessa che anima gli splendidi eventi di Corsidiguida.it!

Come? Volete sapere se il Loca ha battuto il record? Voi che ne dite?

Massimo Bracchi

Si tolgono le termocoperte alla CRF: il Loca fa conoscenza con la piccola Honda

Locatelli impegnato con la CRF a cercare il tempo sul giro

 

SIMONE CORSI prova in esclusiva per CORSIDIGUIDA.IT le formula Predator

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Durante una pausa dalla sua attività di istruttore di guida, il nostro Simone decide di compiere alcuni giri con la Predator di Corsidiguida.it, dimostrando una grande capacità e attitudine alla guida veloce anche con le quattro ruote scoperte. Simone è stato favorevolmente impressionato dalle prestazioni e dalla guida impegnativa ma fortemente appagante della nostra auto: sarà la nascita di una nuova passione motoristica?

Simone Corsi con Paolo Blora a Corsidiguida.it

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Amenità a parte, Simone Corsi ha svolto il proprio compito di istruttore di pista con la consueta professionalità e competenza, assistito, per l’occasione, da un Paolo Blora, indimenticato pilota SBK per la Polizia di Stato e attuale preparatore sportivo di Simone. Lo stesso Blora ha affermato e ribadito, se ancora ce ne fosse bisogno, il talento indiscutibile di Simone Corsi, che ha assolutamente bisogno, in moto2, di un mezzo che gli consenta di teminare le gare al meglio, evitando quel calo prestazionale, attualmente presente da metà gara in poi, che sta penalizzando il nostro pilota.

Massimo Bracchi

 

CORSIDIGUIDA.IT ENTRA IN POLIZIA?

Grandi novità, durante il nostro appuntamento con Corsidiguida.it il 12 settembre.

IL CASCO PERSONALIZZATO DI SIMONE CORSI DELLA AIROH

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Simone Corsi, sarà pronto a fornirci, oltre alla consueta professionalità come istruttore nei nostri corsi in pista, un dettagliato resoconto di quello che potrà essere la propria esperienza quale novello atleta delle fiamme oro, al pari di un veterano quale Paolo Blora, che contiamo di avere, quale graditissimo ospite, sempre lunedì prossimo a Castelletto di Branduzzo.

INTERVISTA DI GUIDO MEDA AL NOSTRO SIMONE A MISANO ADRIATICO

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PAOLO BLORA

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State quindi collegati con il blog di Corsidiguida.it per interviste e foto in esclusiva per voi!

 

 

Gruppo di famiglia in un… interno.

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Si dice spesso: visto da dentro, all’interno di. Ebbene, nel caso dei commentatori televisivi, è proprio il caso di dirlo. E qui vi racconto perché. Siamo stati ospiti, durante le prove libere del venerdì, a Misano, dello staff di Mediaset Premium. Arrivato prestissimo (rigorosamente in moto) davanti i cancelli del paddock del Santamonica, a Misano Adriatico, e posteggiata moto, tuta  e casco grazie all’ospitalità dei simpatici residenti  attorno il circuito, maglietta “ufficiale” Corsidiguida.it, pass consegnato dall’amico Temporali,  e via, operativi all’interno di quel Continental Circus che piace tanto a tutti gli appassionati di motociclismo. Un saluto all’amico Carlo Luzzi, impegnatissimo nel box di Stoner: “sono stanchissimo, siamo partiti da Indianapolis ed eccoci qui, senza passare un attimo a casa”. Grande lavoro, al box Honda di Stoner, porte chiuse, quasi secretate, e Lui, l’australiano di ghiaccio, entra e esce velocemente, preceduto dalla moglie Adriana, che regala un sorriso ai tifosi in spasmodica attesa di un cenno del campione. Casey, concentratissimo, come una meteora entra e esce dal box senza alzare lo sguardo.

Mi sposto sul prato, in modo da vedere la curva del Carro, e la staccata alla curva del Tramonto. Le Ducati,  tutte, Pramac comprese (a proposito: ciao Capirex, sarai sempre nei nostri cuori!), sembra vogliano spaccare il mondo… ma le Honda filano via lisce, inesorabili come le Catana… inseguite dalle blu Yamaha di Spies e di Lorenzo. Il sole picchia forte. Rientro. Anzi, vado a trovare il buon Max Temporali, che sta allo stretto, in cabina, ma almeno lì c’è l’aria condizionata. Saluto e mi presento agli amici dell’hospitality Mediaset: Meda, il Reggio, Paolone e Porta. Mi appiccicano un “TV” sul pass e procedo deciso verso la cabina commentatori. Entro in punta di piedi e mi siedo accanto a Max  e a Giulio Rangheri, rispettivamente commentatore tecnico e speaker di Mediaset Premium: è bello e rassicurante sentire le voci dei commentatori con davanti i tempi in diretta. Con i vari monitor a disposizione non sfugge niente, vedo da varie angolazioni il nuvolone di fumo dalla Suzuki di Bautista, si rende partecipi gli spettatori davanti la tv di tutto quanto accade nel magico momento dei giri in pista dei campioni della MotoGP. Entra un ospite, ne parlerò in un successivo articolo, filmo e scatto qualche foto.

Visto da dentro, all’interno. Curiosamente, anche se, oggettivamente, in questo spazio ristretto, si vive l’evento in modo quasi virtuale, da remoto, quasi si fosse in un’altra parte del mondo e non a pochi passi dalla curva Misano, ti sembra, al contrario, di viverla solo qui, la realtà della gara. Con nella testa ancora quel paradosso, saluto Max e Giulio ed esco velocemente, vado verso il motorhome Ducati. Vale deve uscire, la folla è tanta, davanti  il motorhome con le insegne del 46, ed è tutta per lui, agli altri, restano le briciole, poco più. Le famigliole, papà, mamma e bimbi  tutti in tinta rosso-giallo con i gadget firmati 46 mi fanno tenerezza. Ti accorgi che quando si dice che buona parte del pubblico non va a vedere le gare ma Valentino Rossi, qualcosa di vero c’è. Il potere mediatico di quel numero magico è ancora forte, e tira molto.

Ancora un po’ tra i nostri beniamini, si saluta l’ultimo (ma solo per questione di tempi in gara): un simpatico Tony Elias claudicante che si trascina dietro una stangona con il pompon bianco e le orecchie da coniglio nere…almeno lui si ferma a salutare e a scambiare due chiacchere prima dei giri pomeridiani.

Mi siedo nella tribuna  proprio davanti l’entrata dei box. Da lì si vede l’uscita della curva Misano con tutte le 800 che impennano prima di percorrere il breve rettilineo del traguardo. Uno spettacolo.

Mi perdo ancora nei motorhome e nelle hospitality. Enormi baracconi, bellissimi e impossibili… saluto la compagnia e un Frankie Chili incontrato fortunosamente: “ormai sono fuori dall’ambiente del motomondiale, mi fa un po’ strano girare nel paddock…”.

Esco. Nella testa rumori, colori, visi conosciuti e meno, una grande emozione nel cuore, e la voglia di tornare. Come un mal d’africa.

Massimo Bracchi

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IL SORPASSO, ovvero, il sogno (di una notte) di mezza estate.

Teatro della vicenda: l’intrigante tracciato di Laguna Seca,

Protagonisti: il Mostro della laguna, ovvero il canguro mannaro dell’Australia e l’Ispanico, indomito cavaliere iberico.

Mi perdoni l’amico di Corsidiguida.it, Carlo Luzzi. Ma Devo usare l’espressione facciale dell’ingegnere di pista di Casey Stoner per commentare, “visto dai box” l’emblematica vicenda di mezz’estate, e qui, la tragedia shakespeariana, ci azzecca. E non poco.

PRIMA … Stoner dietro a Lorenzo

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DURANTE… non vorrà farlo? 

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DURANTE … lo sta facendo! 

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DOPO … l’ha fatto!

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La storia è conosciuta. L’episodio, anche.  Quello che non si è detto è: può un soggetto chiamato, a suo tempo, “Porfuera” subire un tale onta? Non c’è più religione. E forse nemmeno le mezze stagioni. Fatto sta che l’ispanico di belle speranze, cavaliere senza macchia e senza paura, se n’andava, bel bello, a spasso, su è giù dai rampini o cavatappi statunitensi, a cercar di cacciare il temutissimo citato mostro australiano, quando il fato volle che, a dispetto dei racconti di sorpassi fatti e presi (soprattutto presi, in laguna) il canguro, inaspettatamente tirasse fuori gli artigli e “por fuera” per ” Porfuera”, ti facesse fuori l’ispanico. Ti ha sfrisato la rossovestita del sol levante targata n.1, salutando tutta la compagnia su HRC (ma quanti sono?).

Detto ciò: e le stelle (tante, sono 46)?

Stanno a guardare.

Massimo Bracchi 

MEDA E L’ARIA CONDIZIONATA

In pista, è giusto ricordarlo, durante l’estate fa caldo. Molto. Tuta di pelle, guanti, stivali… non se ne può più, dopo giri e giri sotto il sole. E allora? Allora, casco ben allacciato, visiera con aria condizionata (da quanto vento  entra) e gas a martello!

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Ma la pacchia dura molto poco: dietro i corsisti, VISIERA ABBASSATA anche d’estate e gasssss.

Massimo Bracchi

questo mese il paginone è, a pieno titolo, dedicato a Guido Meda

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Istruttori di Corsidiguida.it: Guido Meda VS Roberto Locatelli

Stessa curva, due modi di affrontarla.

Grintoso, aggressivo, Guido Meda, in pista, mostra un lato poco conosciuto del suo essere un vero motociclista praticante: il suo impegno, la sua concentrazione nell’affrontare la curva, tradiscono una sconfinata passione per le due ruote, è chiara la sua intenzione ad usare la MV Brutale al limite delle possibilità che il mezzo può offrire, scaricando sull’asfalto tutto il “veleno” accumulato, in una specie di catarsi liberatoria.

Al contrario, il campione del mondo Roberto Locatelli, quale guerriero avvezzo a tante sfide sui circuiti di tutto il mondo, quasi accarezza la sua Harley, in un abbraccio distaccato, ma deciso, dominandola con la sola presenza di un carisma che non teme confronti, affidando il mezzo meccanico ad un asfalto rispettoso, ossequiante…

Massimo Bracchi

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GUIDO MEDA                                                               ROBERTO LOCATELLI