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BLOG-GALLERY – Danilo Petrucci: The Rain Man!

D71_9895 Troppo facile l’accostamento con il celebre film del 1988 diretto da Barry Levinson con la formidabile coppia di attori Cruise/Hoffman, si direbbe, ma tant’è… come definire un capolavoro come il secondo posto di Danilo Petrucci nell’ultimo gran premio di Silverstone in terra inglese? Consegnato alla storia.

Tutto è stato scritto e altro si scriverà sull’impresa del nostro Petrux. Noi vogliamo omaggiare il valente pilota con questa gallery inedita ed esclusiva, un Danilo Petrucci nella veste di istruttore durante gli eventi Corsidiguida.it/Motorace: paziente, professionale, competente ma sempre, comunque e fortemente….veloce!

Web-reporter and photographer: Massimo BracchiD71_9888 D71_9716 D71_0327 D71_0021 D71_9895 D71_9899 D71_1274  D71_0745D71_0018

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Talenti emergenti: Claudio Corti “il navigatore solitario”

Non si tratta di internet, neppure della guida di un catamarano alla stregua di “novello Soldini” a sfidare le impervie e perigliose acque dell’Oceano Pacifico. Piuttosto, se di navigazione del talentuoso Corti vogliamo parlare, trattasi delle acque altrettanto dure ed impervie  delle posizioni retrostanti  la classe regina del motomondiale, ovverossia la tanto voluta quanto (apparentemente) inspiegabile categoria delle CRT (acronimo di “Claiming Rule Team”. n.d.r.), che nelle intenzioni del duo DORNA e IRTA (i padroni, in pratica, del motomondiale), dovrebbero costituire una specie di anello mancante tra la stessa Motogp, costituita da prototipi,  e la SBK, categoria dichiaratamente derivata  dalla produzione di serie.

Costi contenuti, quindi, ma ridotta visibilità, perché se fa relativamente notizia (per gli addetti ai lavori o attenti appassionati delle gare) un rampante Aleix Espargarò che si avvicina ai tempi delle sorelle maggiori, certamente un Colin Edwards, che corre all’interno dello stesso team di Claudio, pur con grandi trascorsi di pilota blasonato, rischia di passare pressoché inosservato in quanto relegato costantemente a fondo classifica.

Claudio Corti, dopo un breve apprendistato in Moto 2, durante il quale si è messo in luce in situazioni dove(ad esempio in condizioni atmosferiche sfavorevoli) era il pilota a fare la differenza, ha dato prova di avere talento da vendere, e  nel 2013 sta affrontando la bella avventura della Motogp, partendo, appunto, dal gradino inferiore delle CRT, meno performanti, ma certamente idonee a formarsi una concreta esperienza all’interno del Circus della massima categoria.

Detto questo, il blog di Corsidiguida.it  ha seguito con estrema attenzione le performance del  nostro brillante istruttore durante l’ultimo evento in pista a Castelletto di Branduzzo. Le immagini della FOTOGALLERY , come sempre una esclusiva di www.corsidiguida.it , parlano da sole. Buona visione.

WEB REPORTER: Massimo Bracchi

FOTOGALLERY

 

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CORSIDIGUIDA.IT: LEZIONI DI TECNICA MOTOCICLISTICA – nozioni sulla dinamica della motocicletta – terza parte

 

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L’ing.Luigi Mitolo a Corsidiguida.it 

 

Continuano le nostre lezioni teoriche sul comportamento dinamico della moto con questa terza e ultima parte dedicata all’AVANCORSA e all’ANGOLO DI STERZO.

Più avanti tratteremo quest’argomento, sempre in collaborazione con l’Ing. Luigi Mitolo, autore di queste note, parlando due fattori chiave nella nostra guida sportiva: la frenata nonchè l’inserimento e percorrenza in curva.

L’AVANCORSA

L’avancorsa è definita come “la distanza tra il punto di contatto della ruota anteriore con il suolo e il punto di intersezione dell’asse dello sterzo sempre con il piano stradale”. Come l’interasse, è anch’esso un parametro fondamentale che influisce in maniera significativa sul comportamento dinamico della motocicletta e in particolare sulla stabilità in rettilineo e quindi sulla maneggevolezza della moto.

Per capire bene come influisca sulle caratteristiche dinamiche della motocicletta consideriamo la seguente figura:

image006.jpg

Nel caso in cui una perturbazione come una sconnessione della strada o un colpo di vento laterale agiscano sulla moto si avrebbe una rotazione, seppur impercettibile, dello sterzo. che comporterebbe un inevitabile strisciamento del pneumatico dal punto P a P’ con la conseguente generazione di una forza di attrito laterale, opposta al verso di strisciamento e parallela al piano stradale, che tenderebbe a riportare lo sterzo nella posizione di moto rettilineo. Si vedrà in seguito che maggiore è il valore dell’avancorsa, maggiore sarà la forza raddrizzante sullo sterzo.

Da questo si deduce abbastanza facilmente come elevati valori di avancorsa rendano il mezzo molto stabile su una strada dritta ma è anche vero che, così facendo, per poter curvare il pilota deve esercitare una forza al manubrio maggiore in quanto per ruotarlo deve vincere l’effetto raddrizzante dovuta all’avancorsa.

A voler essere rigorosi sarebbe più corretto parlare di momenti anziché forze. Per chi mastica un po’ di fisica, il momento è il prodotto di una forza “F” per un braccio “b” definito come la distanza tra la retta passante per la forza e l’asse intorno a cui ruota l’oggetto soggetto alla forza:

 

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Passando da un ambito puramente teorico a quello ben più interessante riferito alla motocicletta, almeno per i motociclisti, la forza in gioco e il relativo momento visti sopra generano un momento raddrizzante dovuto alla seguente equazione:
image008  dove image009 è l’avancorsa normale cioè la distanza tra il punto di contatto tra pneumatico e superficie stradale e l’asse di rotazione dello sterzo.

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Nella figura di sopra è evidenziata la rotazione dello sterzo che provoca lo strisciamento del pneumatico che a sua volta genera la forza laterale; tale forza moltiplicata per l’avancorsa normale dà vita ad un momento che si oppone alla rotazione dello sterzo che quindi tende a riportarlo nella posizione iniziale.

Generalmente l’avancorsa varia da 90 a 130mm a seconda della tipologia di moto. Come si può facilmente immaginare i valori più piccoli si riferiscono a motociclette in cui sono richieste grandi doti di maneggevolezza come le moto da trial o gli scooter di piccola e media cilindrata. I valori più elevati sono invece patrimonio delle moto dal carattere prettamente turistico dove invece sono richieste doti di grande stabilità in rettilineo anche con passeggero e bagagli a bordo.

In questa sede si sono considerati trascurabili il rollio della moto e l’inclinazione della ruota anteriore al variare dell’angolo di rotazione dello sterzo. L’introduzione di questi fattori avrebbe reso estremamente più complesso l’argomento senza fornire valore aggiunto allo scopo del presente lavoro.

L’ANGOLO D’INCLINAZIONE DELL’ASSE DI STERZO

L’angolo di inclinazione dell’asse di sterzo “ε” o più semplicemente “angolo di sterzo”, è l’angolo formato tra la retta parallela all’asse del cannotto di sterzo e la perpendicolare al piano stradale. Generalmente varia tra i 23 e 28 gradi. A titolo di esempio il Monster 1100 Evo ha il cannotto di sterzo inclinato di 24° così come l’Hypermotard, mentre la Diavel ha un angolo di 28°; la Multistrada e il 1198 si collocano nel mezzo rispettivamente con 25° e 25.5°. Unitamente al raggio della ruota anteriore e all’offset, cioè la misura del disassamento del perno ruota anteriore rispetto all’asse di rotazione dello sterzo, determina il valore dell’avancorsa. Quindi, a parità di raggio ruota anteriore, un determinato valore di avancorsa si può ottenere agendo indifferentemente sia sull’offset che sull’angolo di sterzo. In realtà ognuno di questi due parametri influisce in maniera differente sul comportamento della moto pertanto a parità di avancorsa è possibile avere comportamenti dinamici sostanzialmente diversi a seconda della combinazione scelta. Come quasi sempre accade, nella realtà le cose sono abbastanza più complesse di quanto si possa pensare e vediamo perché.

Consideriamo due piani: il primo è il piano di simmetria longitudinale della moto e solidale al gruppo telaio, motore, forcellone; il secondo è il piano contenente la ruota anteriore e ad essa vincolato.

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In condizioni di moto stazionario quindi con le ruote della moto perfettamente allineate (almeno teoricamente), i due piani sono tra loro sovrapposti e perpendicolari al piano stradale. Durante una curva però, il piano della ruota anteriore oltre a ruotare intorno all’asse dello sterzo inclinato dell’angolo “ε” rispetto alla perpendicolare alla superficie stradale ruoterà anche intorno all’asse di intersezione con il piano stradale di un angolo “β” risultando di fatto maggiormente inclinato rispetto al piano della moto. In generale si può affermare che “β” è direttamente proporzionale all’angolo di sterzo.

Abbiamo visto in precedenza che la forza laterale generata nel punto di contatto tra pneumatico e strada è, tra le altre cose, proporzionale allo spostamento laterale del punto di contatto rispetto alla superficie stradale. Ma tale forza è influenzata anche dal rollio del pneumatico e poiché abbiamo appena visto che all’aumentare dell’angolo di sterzo aumenta l’inclinazione della ruota “β”, cioè il rollio, si può affermare in prima approssimazione che al crescere dell’angolo di sterzo aumenta la forza laterale tra pneumatico e strada che se da un lato fa aumentare il momento raddrizzante, dall’altro permette alla moto di mantenere la traiettoria curvilinea più agevolmente. In realtà ci possono essere casi in cui il momento raddrizzante non aumenta con l’angolo di sterzo perché al crescere di quest’ultimo diminuisce l’avancorsa normale cioè il braccio della forza come evidenziato nella seguente figura:

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Supponendo di mantenere costante l’avancorsa, all’aumentare dell’angolo di sterzo diminuisce il valore dell’avancorsa normale pertanto, a parità di forza laterale, diminuisce il momento raddrizzante illustrato nel paragrafo precedente. Questo ci fa capire quindi che se da un lato l’incremento dell’angolo di sterzo potrebbe dare vantaggi in termini di percorrenza di curva, dall’altro potrebbe rendere la moto meno stabile in rettilineo se non si aumenta ad esempio l’avancorsa. Per trovare il giusto compromesso si deve chiamare in causa l’altro parametro che abbiamo visto all’inizio del paragrafo e cioè l’offset. Agendo su quest’ultimo, ad esempio, si è in grado di ottenere valori adeguati di avancorsa normale anche in caso di angoli si sterzo elevati.

Bene, sperando di essere, fin qui, stati utili al fine di una maggiore comprensione, almeno dal punto di vista teorico, di quanto l’assetto della nostra motocicletta influenzi non poco la nostra guida, ringraziamo l’ing. Luigi Mitolo per averci concesso la pubblicazione dei suoi articoli e vi diamo appuntamento con l’angolo della tecnica prossimamente sul nostro BLOG.

STAY TUNED: Corsidiguida.it è pronta per la stagione 2013 per vivere un anno pieno di emozioni in pista… ma sempre con il cervello bene acceso… e protetto!

WEB REPORTER: Massimo Bracchi

 

CORSIDIGUIDA.IT:LEZIONI DI TECNICA MOTOCICLISTICA – nozioni sulla dinamica della motocicletta – seconda parte

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In attesa del primo appuntamento con gli eventi di Corsidiguida.it ( a proposito, vi invito a vedere le ultime novità sul sito www.corsidiguida.it), previsto per il 16 marzo 2013, continuano i nostri consueti approfondimenti sul mondo dei motori.

L’articolo di oggi è rivolto alla tecnica, con la seconda parte dedicata ai concetti generali della dinamica della motocicletta, grazie alla preziosa collaborazione dell’ ing. Luigi Mitolo, titolare di Motomisure, ospite, come sempre gradito, sulle nostre pagine del blog.

Il comportamento dinamico della nostra moto, come abbiamo visto, è influenzato da molti fattori, ma tre sono fondamentali  e vale la pena conoscere, per comprendere appieno e quindi essere in grado di “leggere” correttamente quella che comunemente chiamiamo “maneggevolezza” della moto, Questi sono, precisamente, come ben indicati nella figura successiva:

              · L’interasse “p
 
             · L’avancorsa “a
              · L’angolo di inclinazione dell’asse di sterzo “ε”

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              Tratteremo, in questa seconda serie di articoli tecnici, del primo argomento, vale a dire l’interasse della moto.

L’interasse o anche passo è la distanza tra i punti di contatto degli pneumatici con la superficie stradale. In prima approssimazione si può affermare che influisce sulla stabilità direzionale della moto incrementandola al suo crescere. Nella stessa misura influisce anche sulla maneggevolezza ma in questo caso riducendola al suo aumentare. Il passo influisce anche sul beccheggio della moto in frenata, accelerazione e quando si incontrano dossi, avvallamenti e asperità di vario tipo.

Per comprendere meglio l’influenza che ha sulla stabilità e quindi sulla maneggevolezza sarà necessario richiamare alcuni principi teorici che però, per buona pace di chi la matematica e la fisica non l’ha mai amata, verranno trattati in maniera molto semplice. Concentriamoci su tre situazioni in cui il comportamento della moto è fortemente influenzato dall’interasse. Il primo si riferisce alla percorrenza di un tratto di strada rettilineo, il secondo alla percorrenza di una curva a raggio costante mentre il terzo riguarda il caso dell’attraversamento di un dosso come ad esempio i sempre più diffusi rallentatori di velocità.

Cominciamo dal primo e supponiamo che in seguito a una raffica di vento laterale la ruota anteriore di sposti di una quantità “s” come illustrato nella seguente figura:

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questo spostamento genera un moto di imbardata cioè una rotazione della moto intorno ad un asse contenuto nel piano longitudinale e che in questa sede ci limitiamo a considerare perpendicolare al piano stradale. Come si può dedurre dalla figura 2, l’imbardata è maggiore nel caso di una moto con interasse corto (α>α’). Da questa semplice considerazione si deduce in maniera abbastanza intuitiva che all’aumentare dell’interasse si riduce l’imbardata del mezzo a parità di spostamento laterale. A titolo di curiosità si segnala che la rotazione della moto genera ovviamente anche la rotazione del pneumatico posteriore con la conseguente nascita di una forza laterale nella direzione della nuova traiettoria che tende a far riallineare la ruota posteriore con quella anteriore.

Analizziamo adesso l’influenza che l’interasse ha sulla percorrenza di curva. Consideriamo la seguente figura:

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nel caso di una motocicletta con interasse corto, per compiere una curva di raggio assegnato sarà necessario ruotare lo sterzo di un angolo minore rispetto al caso di una moto con interasse maggiore che, viceversa, per percorrere la stessa curva avrà bisogno di ruotare ulteriormente lo sterzo di un angolo α. Quindi, in quest’ultimo caso, il pilota dovrà compiere una manovra più ampia con le braccia e il corpo ricevendo in cambio la sensazione di una moto meno maneggevole.

Il terzo e ultimo caso è quello in cui si affrontano fondi sconnessi. In questa sede verrà analizzato solo il caso in cui si attraversa un dosso. Come si può vedere dalla seguente figura una moto con interasse maggiore avrà un moto di beccheggio minore a parità di ostacolo (α’<α) dove il beccheggio è la rotazione della moto intorno ad un asse parallelo al piano stradale e perpendicolare al piano longitudinale contenente la moto. Si deduce facilmente che una maggiore rotazione della moto a parità di velocità di percorrenza e quindi di tempo impiegato vuol dire maggiore velocità di beccheggio con comprensibili svantaggi in termini di comfort da parte del guidatore ma anche di sollecitazioni sulle sospensioni che possono al limite provocare anche la perdita di aderenza del pneumatico anteriore.

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In genere l’interasse varia da 1200mm a 1600mm; per fare alcuni esempi il Monster 1100 Evo ha un valore di 1450mm che è appena superiore a quello della 1198 SP che misura 1430mm mentre Multistrada 1200 S e Diavel hanno rispettivamente 1530 e 1590mm. Da una semplice riflessione su questi dati si evince che moto concepite per essere molto agili e maneggevoli possiedono un interasse ridotto mentre modelli pensati per un uso prettamente turistico hanno valori maggiori poiché è richiesta una grande stabilità anche alle alte velocità e con passeggero e bagagli a bordo. E’ curioso notare come per la 1198 SP pur essendo stata progettata per raggiungere velocità elevatissime ha tuttavia un interasse addirittura inferiore a quello del Monster. Questa scelta progettuale si spiega con il fatto che su una supersportiva del genere, concepita soprattutto per un uso in pista, è di primaria importanza che sia maneggevole quindi rapida nei cambi di direzione e facile da far curvare mentre non è determinante che sia altamente stabile in rettilineo anche ad altissime velocità per via della particolare destinazione d’uso cui è destinata nonché per l’esperienza in genere elevata (o almeno così si spera) degli utilizzatori cui è dedicata. In casi come questo il compromesso è d’obbligo.

Ricapitolando si è visto che l’interasse influisce in maniera significativa sulla stabilità e di conseguenza sulla maneggevolezza di una moto. Un valore elevato determina una notevole stabilità direzionale in rettilineo, una minore attitudine a percorrere traiettorie curvilinee e minori sollecitazioni nell’attraversamento di asperità stradali. Un interasse elevato comporta anche minore trasferimento di carico nelle manovre di frenata e accelerazione e quindi un minore beccheggio della moto con indubbi vantaggi sul comfort del pilota ed eventuale passeggero.

 

WEB REPORTER: Massimo Bracchi

 

Le video-interviste di CORSIDIGUIDA.IT: ROBERTO LOCATELLI parla di Fenati, del Team Italia e della Moto3

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Romano Fenati al Mugello ( foto da motogp.com )

Alla luce dello splendido secondo posto, ottenuto al  fotofinish  da Romano Fenati sul circuito del Mugello, vi proponiamo un’interessante intervista con Roberto Locatelli, coordinatore tecnico del Team Italia.

L’intervista si riferisce ai risultati ottenuti dal Team appena dopo la battuta d’arresto all’Estoril al seguito dei successi di inizio stagione, nella quale si nota la grande capacità di lettura in chiave tecnico-agonistica del nostro Locatelli che, non dimentichiamolo, ha ottenuto, nel 2000 il titolo di campione del mondo nella classe 125, capace in breve tempo  di ricucire gli strappi di una stagione che sembrava decisamente complicata , in riferimento alle prestazioni  in assoluto ottenute dal nostro Fenati, prima del bel risultato conquistato in Italia.

La nostra intervista prosegue con Locatelli che fa il punto sulla Moto3, una classe partita in sordina, ma che ha decisamente fatto dimenticare, in pochissimo tempo, la pur amatissima 125 GP, che tanto ha dato, in termini di emozioni e risultati, ai nostri colori.

A seguire, come di consueto, una PHOTOGALLERY  del nostro campione e istruttore Roberto  Locatelli, con un arrivederci da parte mia al 23 luglio per un’altra giornata in compagnia di Corsidiguida.it !

WEB REPORTER: Massimo Bracchi

 

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LE “MAZZATE” DI MARCO LUCCHINELLI – in esclusiva a CORSIDIGUIDA.IT

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E’ così: irrefrenabile e clamorosamente vintage, Marco Lucchinelli, campione del mondo classe 500 nel 1981, istruttore a Corsidiguida.it , che  tante ne sa. E tante ne spara. Di mazzate:  la Ducati in MotoGP che si perde in meandri di sperimentazioni  telaistiche; il Valentino nazionale che non vince più e aspetta che sia invece  la moto, appunto, vincente;  lo staff dirigenziale Ducati… i difetti cronici di certe moto e i pregi di talaltre, esprimendo la propria contrarietà nei confronti dell’attuale eccessiva “invasione” dell’elettronica nelle moto e nelle auto, togliendo così il gusto della guida, ma anche consentendo ad un utente poco esperto un comportamento in strada pericoloso,  perché troppo aiutato, in una guida sportiva, dai vari dispositivi di supporto elettronico. Non mancano considerazioni sui campioni del presente, come Melandri , e del recente passato, come Troy  Bayliss, indimenticato campionissimo della SBK, ancora idolo incontrastato e insostituibile dei ducatisti, del quale il nostro Lucky ha una grandissima stima, descrivendone le innate, grandissime doti di guida. Poi, la Storia del motociclismo sportivo, quello con la “s” maiuscola appunto: i campioni del passato, “Fast” Freddie Spencer, su tutti, un vero marziano venuto dagli USA per portare una ventata di novità nel modo di guidare le moto da GP, capace di vincere nello stesso anno, il 1985, i due mondiali più abiti: la 250 e la 500 con la Honda;  poi, aneddoti curiosi su Randy Mamola, il funambolo statunitense che ha raccolto poco ma dato molto alla 500 GP; Michael “Mick” Doohan, che con il comando del freno posteriore posizionato sotto la leva della frizione, a sinistra sul manubrio, a seguito del pauroso incidente di Assen nel ’92 (salvato in extremis dal dott. Costa), ha vinto cinque mondiali… Insomma, una miniera di informazioni da ascoltare a bocca aperta nelle pause a Corsidiguida.it. Uno spettacolo nello spettacolo da vivere con intensa emozione.

A dimostrazione di quanto detto, vi propongo una chiacchierata del Lucky in compagnia del commentatore sportivo di Italia 2 Mediaset Max Temporali, nostro direttore operativo e del Dott. Marco Franchini della clinica mobile, nostro responsabile medico.

A seguire una bella PHOTOGALLERY del nostro campione che contiamo tutti di incontrare nuovamente il 23 luglio a Corsidiguida.it, buona visione.

WEB REPORTER: Massimo Bracchi

 

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L’opinione: MUGELLO, O CARO…

Come nello splendido duetto della Traviata di Giuseppe Verdi, La pista del Mugello, quasi una Parigi (motociclisticamenteparlando) incastonata nelle splendide colline toscane, ecco mi appare, illusoria e fatale. Un copione già visto, il carrozzone milionario del motomondiale sbarca in Italia, condito da speranze e, appunto, pie illusioni che qualcosa possa, finalmente, cambiare le sorti di una asfittica Motogp che stenta ad entusiasmare gli animi dei sempre attenti e fedeli appassionati provenienti da tutta Europa.

OK, direte, ma Iannone, “il pompiere di Viggiù” rossovestito e il rinato/redivivo Fenati dove li mettiamo? Nel genio italico. Non so altrimenti dove. Ma le nostre rosso-anemiche non girano proprio. Valentino attendista, Hayden pavido guerriero… Ci rimane un Rag. Dovizioso che, pur con la sua innegabile bravura, pervicacia e precisione di guida, non riesce ad infiammare più di tanto gli animi degli appassionati italiani raccolti sulle colline antistanti il circuito.

Così, aggirandomi nella calura del rumoroso catino toscano, tra hospitality auto-celebrative e meccanici indaffarati (loro sì che si guadagnano la pagnotta!), tra controlli asfissianti (mancava solo il cartellino per i bagni…) e un apparente Stato di polizia (Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia Municipale, Guardia Forestale, Vigilantes… manca qualcuno?) rimuginavo la giornata che volgeva al termine, piena di aspettative, ma avara di risultati. Saluto qualche amico, mi si apre il cuore a rivedere alcune “vecchie glorie”, vedo un capannello di gente all’uscita del box Yamaha: chi aspettano? Ecco, il divo del momento, giustamente osannato, esce indossando ancora la tuta di pelle blu: Jorge Lorenzo, il dominatore del GP d’Italia 2012. Si avvicina, con un grande sorriso, disponibile e paziente. Ha l’età di mio figlio, è già un divo, ma il cuore si allarga, a vederlo così spontaneo, come devono essere i giovani della sua età. Mi sei piaciuto Jorge, da oggi hai un fan in più.

Concludo con una breve riflessione: il motociclista, il comune appassionato, in questo apparentemente dorato mondo, dove viene collocato? tra i polli da spennare o dove? Me lo chiedo e lo chiedo a voi, amici del blog. Per quanto mi riguarda sarò felice di ritrovare, il 23 luglio, lo staff di Corsidiguida.it, per una vera giornata tra appassionati, dove la vecchia gloria e il campione in attività si mescola e si amalgama con il comune utente della strada, che è poi, infine, quello che fa girare tutta la baracca.

Dimenticavo: un plauso a Sportmediaset, e a tutto lo staff di giornalisti che ci fanno vivere giornate indimenticabili sui nostri schermi di casa, un sentito grazie all’amico Max Temporali, ma anche a Alberto Porta, e a chi in Sport Mediaset ha, come lui, tollerato la mia piccola “invasione di campo” presso la loro tenda.

WEB REPORTER: Massimo Bracchi

 

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Nicky Hayden, in uscita dalla Savelli, affronta il  breve rettilineo prima dell’Arrabbiata 1.

 

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Jorge Lorenzo, cordiale e disponibile, firma autografi e posa per le foto tra i suoi fans.

 

PHOTOGALLERY – ISTRUTTORI DI CORSIDIGUIDA.IT: PAOLO CASOLI

Poteva essere l'”eterno secondo”, l’uomo delle occasioni mancate, invece Paolo Casoli, dopo una lunga militanza nel motomondiale dal 1984 al 1993, e una breve ma intensa esperienza in Superbike fino al 1996, ha trovato nella categoria Supersport la sua classe preferita, quella nella quale, con la Ducati, al suo esordio nel 1997 ha vinto uno splendido titolo mondiale. Il resto è storia. E letteratura. Ne parleremo più a lungo in un altro articolo.

Eccovi quindi, catturati durante l’evento appena concluso di Corsidiguida.it, alcuni scatti “al volo” dedicati a uno dei nostri migliori e affidabili istruttori: PAOLO CASOLI, che vi ricorda il nostro appuntamento del 23 luglio a Castelletto di Branduzzo: vi aspettiamo come al solito numerosi a CORSIDIGUIDA.IT !

WEB REPORTER: Massimo Bracchi

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SCOOP IN ESCLUSIVA DI CORSIDIGUIDA.IT: L’INGEGNERE DEL TEAM DUCATI DI VALENTINO ROSSI CI PARLA DEL FUTURO (E NON SOLO) DELLA ROSSA IN MOTOGP.

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 L’ing Mitolo dribbla abilmente le “tendenziose” domande del nostro Max Temporali

 

L’ing. Luigi Mitolo, Responsabile Affidabilità Pista MotoGP per il Team Ducati, ha rilasciato un’intervista a Corsidiguida.it in merito alle problematiche e al metodo di lavoro all’interno del team Ducati di Valentino Rossi. Luigi Mitolo, sostituendo degnamente Carlo Luzzi, impegnato con Honda HRC in importanti test prima di Aragon, ha affrontato una giornata di corso presso di noi, comunicando ad allievi attenti e desiderosi di imparare, preziosissime nozioni in merito alla tecnica motociclistica.

 

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L’ing.Mitolo, in piedi a sinistra, durante un momento del nostro corso

 

A telecamere spente, ma con la nostra (del blog)  ancora accesa, Mitolo ci ha fatto comunque intuire, pur con grande professionalità e correttezza “aziendale”, che le forze profuse all’interno di Ducati in Motogp si muovono in varie direzioni, con metodi di lavoro che prendono diverse strade non sempre coincidenti… Lì, probabilmente, sta la chiave del ritardo prestazionale delle rosse in questo momento. Un grande lavoro da parte di tutti, ma l’inserimento del metodo “Burgess” in un’azienda comunque improntata ad un’ortodossia scientifica aperta a pochi compromessi, stenta a decollare. Restano, comunque, aldilà delle parole, i risultati, che assolutamente dovranno venire, viste le forze scese in campo. Noi, fiduciosi, aspettiamo.

A breve pubblicheremo il video completo dell’intervista. Stay tuned…

Massimo Bracchi

 

Gruppo di famiglia in un… interno.

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Si dice spesso: visto da dentro, all’interno di. Ebbene, nel caso dei commentatori televisivi, è proprio il caso di dirlo. E qui vi racconto perché. Siamo stati ospiti, durante le prove libere del venerdì, a Misano, dello staff di Mediaset Premium. Arrivato prestissimo (rigorosamente in moto) davanti i cancelli del paddock del Santamonica, a Misano Adriatico, e posteggiata moto, tuta  e casco grazie all’ospitalità dei simpatici residenti  attorno il circuito, maglietta “ufficiale” Corsidiguida.it, pass consegnato dall’amico Temporali,  e via, operativi all’interno di quel Continental Circus che piace tanto a tutti gli appassionati di motociclismo. Un saluto all’amico Carlo Luzzi, impegnatissimo nel box di Stoner: “sono stanchissimo, siamo partiti da Indianapolis ed eccoci qui, senza passare un attimo a casa”. Grande lavoro, al box Honda di Stoner, porte chiuse, quasi secretate, e Lui, l’australiano di ghiaccio, entra e esce velocemente, preceduto dalla moglie Adriana, che regala un sorriso ai tifosi in spasmodica attesa di un cenno del campione. Casey, concentratissimo, come una meteora entra e esce dal box senza alzare lo sguardo.

Mi sposto sul prato, in modo da vedere la curva del Carro, e la staccata alla curva del Tramonto. Le Ducati,  tutte, Pramac comprese (a proposito: ciao Capirex, sarai sempre nei nostri cuori!), sembra vogliano spaccare il mondo… ma le Honda filano via lisce, inesorabili come le Catana… inseguite dalle blu Yamaha di Spies e di Lorenzo. Il sole picchia forte. Rientro. Anzi, vado a trovare il buon Max Temporali, che sta allo stretto, in cabina, ma almeno lì c’è l’aria condizionata. Saluto e mi presento agli amici dell’hospitality Mediaset: Meda, il Reggio, Paolone e Porta. Mi appiccicano un “TV” sul pass e procedo deciso verso la cabina commentatori. Entro in punta di piedi e mi siedo accanto a Max  e a Giulio Rangheri, rispettivamente commentatore tecnico e speaker di Mediaset Premium: è bello e rassicurante sentire le voci dei commentatori con davanti i tempi in diretta. Con i vari monitor a disposizione non sfugge niente, vedo da varie angolazioni il nuvolone di fumo dalla Suzuki di Bautista, si rende partecipi gli spettatori davanti la tv di tutto quanto accade nel magico momento dei giri in pista dei campioni della MotoGP. Entra un ospite, ne parlerò in un successivo articolo, filmo e scatto qualche foto.

Visto da dentro, all’interno. Curiosamente, anche se, oggettivamente, in questo spazio ristretto, si vive l’evento in modo quasi virtuale, da remoto, quasi si fosse in un’altra parte del mondo e non a pochi passi dalla curva Misano, ti sembra, al contrario, di viverla solo qui, la realtà della gara. Con nella testa ancora quel paradosso, saluto Max e Giulio ed esco velocemente, vado verso il motorhome Ducati. Vale deve uscire, la folla è tanta, davanti  il motorhome con le insegne del 46, ed è tutta per lui, agli altri, restano le briciole, poco più. Le famigliole, papà, mamma e bimbi  tutti in tinta rosso-giallo con i gadget firmati 46 mi fanno tenerezza. Ti accorgi che quando si dice che buona parte del pubblico non va a vedere le gare ma Valentino Rossi, qualcosa di vero c’è. Il potere mediatico di quel numero magico è ancora forte, e tira molto.

Ancora un po’ tra i nostri beniamini, si saluta l’ultimo (ma solo per questione di tempi in gara): un simpatico Tony Elias claudicante che si trascina dietro una stangona con il pompon bianco e le orecchie da coniglio nere…almeno lui si ferma a salutare e a scambiare due chiacchere prima dei giri pomeridiani.

Mi siedo nella tribuna  proprio davanti l’entrata dei box. Da lì si vede l’uscita della curva Misano con tutte le 800 che impennano prima di percorrere il breve rettilineo del traguardo. Uno spettacolo.

Mi perdo ancora nei motorhome e nelle hospitality. Enormi baracconi, bellissimi e impossibili… saluto la compagnia e un Frankie Chili incontrato fortunosamente: “ormai sono fuori dall’ambiente del motomondiale, mi fa un po’ strano girare nel paddock…”.

Esco. Nella testa rumori, colori, visi conosciuti e meno, una grande emozione nel cuore, e la voglia di tornare. Come un mal d’africa.

Massimo Bracchi

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