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CORSIDIGUIDA.IT:LEZIONI DI TECNICA MOTOCICLISTICA – nozioni sulla dinamica della motocicletta – seconda parte

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In attesa del primo appuntamento con gli eventi di Corsidiguida.it ( a proposito, vi invito a vedere le ultime novità sul sito www.corsidiguida.it), previsto per il 16 marzo 2013, continuano i nostri consueti approfondimenti sul mondo dei motori.

L’articolo di oggi è rivolto alla tecnica, con la seconda parte dedicata ai concetti generali della dinamica della motocicletta, grazie alla preziosa collaborazione dell’ ing. Luigi Mitolo, titolare di Motomisure, ospite, come sempre gradito, sulle nostre pagine del blog.

Il comportamento dinamico della nostra moto, come abbiamo visto, è influenzato da molti fattori, ma tre sono fondamentali  e vale la pena conoscere, per comprendere appieno e quindi essere in grado di “leggere” correttamente quella che comunemente chiamiamo “maneggevolezza” della moto, Questi sono, precisamente, come ben indicati nella figura successiva:

              · L’interasse “p
 
             · L’avancorsa “a
              · L’angolo di inclinazione dell’asse di sterzo “ε”

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              Tratteremo, in questa seconda serie di articoli tecnici, del primo argomento, vale a dire l’interasse della moto.

L’interasse o anche passo è la distanza tra i punti di contatto degli pneumatici con la superficie stradale. In prima approssimazione si può affermare che influisce sulla stabilità direzionale della moto incrementandola al suo crescere. Nella stessa misura influisce anche sulla maneggevolezza ma in questo caso riducendola al suo aumentare. Il passo influisce anche sul beccheggio della moto in frenata, accelerazione e quando si incontrano dossi, avvallamenti e asperità di vario tipo.

Per comprendere meglio l’influenza che ha sulla stabilità e quindi sulla maneggevolezza sarà necessario richiamare alcuni principi teorici che però, per buona pace di chi la matematica e la fisica non l’ha mai amata, verranno trattati in maniera molto semplice. Concentriamoci su tre situazioni in cui il comportamento della moto è fortemente influenzato dall’interasse. Il primo si riferisce alla percorrenza di un tratto di strada rettilineo, il secondo alla percorrenza di una curva a raggio costante mentre il terzo riguarda il caso dell’attraversamento di un dosso come ad esempio i sempre più diffusi rallentatori di velocità.

Cominciamo dal primo e supponiamo che in seguito a una raffica di vento laterale la ruota anteriore di sposti di una quantità “s” come illustrato nella seguente figura:

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questo spostamento genera un moto di imbardata cioè una rotazione della moto intorno ad un asse contenuto nel piano longitudinale e che in questa sede ci limitiamo a considerare perpendicolare al piano stradale. Come si può dedurre dalla figura 2, l’imbardata è maggiore nel caso di una moto con interasse corto (α>α’). Da questa semplice considerazione si deduce in maniera abbastanza intuitiva che all’aumentare dell’interasse si riduce l’imbardata del mezzo a parità di spostamento laterale. A titolo di curiosità si segnala che la rotazione della moto genera ovviamente anche la rotazione del pneumatico posteriore con la conseguente nascita di una forza laterale nella direzione della nuova traiettoria che tende a far riallineare la ruota posteriore con quella anteriore.

Analizziamo adesso l’influenza che l’interasse ha sulla percorrenza di curva. Consideriamo la seguente figura:

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nel caso di una motocicletta con interasse corto, per compiere una curva di raggio assegnato sarà necessario ruotare lo sterzo di un angolo minore rispetto al caso di una moto con interasse maggiore che, viceversa, per percorrere la stessa curva avrà bisogno di ruotare ulteriormente lo sterzo di un angolo α. Quindi, in quest’ultimo caso, il pilota dovrà compiere una manovra più ampia con le braccia e il corpo ricevendo in cambio la sensazione di una moto meno maneggevole.

Il terzo e ultimo caso è quello in cui si affrontano fondi sconnessi. In questa sede verrà analizzato solo il caso in cui si attraversa un dosso. Come si può vedere dalla seguente figura una moto con interasse maggiore avrà un moto di beccheggio minore a parità di ostacolo (α’<α) dove il beccheggio è la rotazione della moto intorno ad un asse parallelo al piano stradale e perpendicolare al piano longitudinale contenente la moto. Si deduce facilmente che una maggiore rotazione della moto a parità di velocità di percorrenza e quindi di tempo impiegato vuol dire maggiore velocità di beccheggio con comprensibili svantaggi in termini di comfort da parte del guidatore ma anche di sollecitazioni sulle sospensioni che possono al limite provocare anche la perdita di aderenza del pneumatico anteriore.

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In genere l’interasse varia da 1200mm a 1600mm; per fare alcuni esempi il Monster 1100 Evo ha un valore di 1450mm che è appena superiore a quello della 1198 SP che misura 1430mm mentre Multistrada 1200 S e Diavel hanno rispettivamente 1530 e 1590mm. Da una semplice riflessione su questi dati si evince che moto concepite per essere molto agili e maneggevoli possiedono un interasse ridotto mentre modelli pensati per un uso prettamente turistico hanno valori maggiori poiché è richiesta una grande stabilità anche alle alte velocità e con passeggero e bagagli a bordo. E’ curioso notare come per la 1198 SP pur essendo stata progettata per raggiungere velocità elevatissime ha tuttavia un interasse addirittura inferiore a quello del Monster. Questa scelta progettuale si spiega con il fatto che su una supersportiva del genere, concepita soprattutto per un uso in pista, è di primaria importanza che sia maneggevole quindi rapida nei cambi di direzione e facile da far curvare mentre non è determinante che sia altamente stabile in rettilineo anche ad altissime velocità per via della particolare destinazione d’uso cui è destinata nonché per l’esperienza in genere elevata (o almeno così si spera) degli utilizzatori cui è dedicata. In casi come questo il compromesso è d’obbligo.

Ricapitolando si è visto che l’interasse influisce in maniera significativa sulla stabilità e di conseguenza sulla maneggevolezza di una moto. Un valore elevato determina una notevole stabilità direzionale in rettilineo, una minore attitudine a percorrere traiettorie curvilinee e minori sollecitazioni nell’attraversamento di asperità stradali. Un interasse elevato comporta anche minore trasferimento di carico nelle manovre di frenata e accelerazione e quindi un minore beccheggio della moto con indubbi vantaggi sul comfort del pilota ed eventuale passeggero.

 

WEB REPORTER: Massimo Bracchi

 

Noriyuki Haga operato con successo dal responsabile medico di Corsidiguida.it Marco Franchini

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Tutto si può dire o scrivere di Nori Haga, ma sicuramente nessuno può negare che il simpatico fuoriclasse giapponese sia rimasto nei cuori degli appassionati del mondo SBK, vuoi per il suo carattere irruente che per l’estrema generosità che da sempre ha caratterizzato la sua carriera, costellata di alti e bassi, durante la  lunga avventura del mondiale SBK, GP 500 e MotoGP.

Nel 2012 ha tentato, con scarsi risultati, per la verità, l’avventura del campionato inglese con il team Swan Yamaha (vedi la foto in apertura), e nell’ultimo appuntamento del mondiale MotoGP, a Valencia, ha tentato un avvicinamento al mondiale SBK per il 2013, tramite Francis Batta del neonato team Ducati Alstare, ma, come compagno di Carlos Ceca, è stato preferito il più giovane, meno impegnativo e certamente promettente Ayrton Badovini.

Ma il nostro campione non demorde, e per essere in forma smagliante per la prossima stagione, ha scelto un team di medici e professionisti altamente qualificati per effettuare  la rimozione di una placca e 6 viti dall’ulna destra (l’ulna è una delle 2 ossa dell’avambraccio) posizionata nella porzione terminale dell’avambraccio appena prima del polso.

Il dott. Marco Franchini, che ci onoriamo di avere quale responsabile medico presso Corsidiguida.it, ha operato Nori Haga con un’’intervento durato 50 minuti e che ha presentato una discreta difficoltà nella rimozione della placca che era tenacemente adesa all’osso. Questo l’elenco completo del team che ha brillantemente collaborato con il nostro Franchini:

  • 2° chirugo: dott. Riccardo Ghezzi
  • anestesista: d.ssa Chiara Gamberoni
  • infermiera ferrista:Giuseppina Biffi
  • infermieri di sala operatoria: Luca Bisignani e Corrado Italiano
  • tecnico radiologo: Giampiero Greta

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Noriyuki Haga e, alla sinistra nella foto, il dott. Marco Franchini

Un grande “in bocca al lupo” da parte del  team di Corsidiguida.it  a Noriyuki Haga per la prossima stagione del  mondiale SBK e un plauso al nostro responsabile medico Marco Franchini per l’ottimo lavoro svolto.

WEB REPORTER: Massimo Bracchi

CORSIDIGUIDA.IT:LEZIONI DI TECNICA MOTOCICLISTICA – nozioni sulla dinamica della motocicletta – prima parte

Nella guida della motocicletta, soprattutto per quanto riguarda la conduzione del mezzo in pista, dove le reazioni della nostra moto assumono caratteristiche esasperate, si pensi alle staccate dopo un rettilineo percorso in piena velocità, piutttosto che ad una veloce accelerazione, dopo una curva già affrontata al limite delle possibilità della nostra moto, i fattori che condizionano la nostra prestazione in circuito, al di là delle effettive capacità di guida, magari affinate dopo una lezione di guida appresa dai nostri istruttori a Corsidiguida.it, sono molteplici, e non sempre percepiti correttamente.

Con questa serie di articoli, redatti dal nostro “ingegnere di pista” LUIGI MITOLO, titolare di Motomisure, vogliamo fornire un servizio, che crediamo gradito a tutti gli affezionati lettori del BLOG, per integrare in modo professionale quelle nozioni che, di solito, si imparano un po’ empiricamente con l’esperienza sulla strada. Buona lettura.

WEB REPORTER: Massimo Bracchi

L’ing. Luigi Mitolo durante una lezione teorica a CORSIDIGUIDA.ITingegnere di pista,ducati motogp,luigi mitolo,motomisure,dinamica della moto,corsidiguida.it,lezioni teoriche,guida sicura,pista

LA LOTTA CONTRO L’ARIA

Tutto ciò che è nell’atmosfera è circondato dall’aria, invisibile, impalpabile, inafferrabile, di cui non ci si accorge della sua presenza finché si è fermi ma che comincia a imporre la sua forza e potenza man mano che si corre con velocità sempre crescente.

E’ noto ad ogni motociclista che aumentando l’andatura si avverta una pressione sul busto, sul casco, le gambe, sempre maggiore come se un qualcosa di invisibile spingesse su di noi e sulla moto per rallentarci. Questo qualcosa è l’aria; una sostanza dotata di una sua composizione, un suo peso e una sua densità. Una sostanza di cui bisogna assolutamente tenerne conto quando si vuole capire cosa succede a una moto che corre su una strada.

Semplificando il più possibile l’argomento si può affermare che una moto che corre a velocità costante su una strada rettilinea è soggetta a due tipi di forze aerodinamiche: la prima detta forza di resistenza (drag) che si oppone al moto di avanzamento e la seconda, forza di portanza (lift), che tende a sollevare la motocicletta. Tali forze sono applicate in un punto detto centro di pressione che generalmente è posizionato in prossimità del baricentro moto-pilota e più precisamente leggermente più in alto e in avanti.

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Entrambe le forze sono proporzionali alla densità dell’aria r (pari a 1.167kg/m2 alla pressione atmosferica di 987mbar e alla temperatura di 20°C), alla sezione frontale della motocicletta A, al quadrato della velocità V e a un coefficiente di resistenza aerodinamica C (che a seconda che si tratti della forza di drag o lift viene accompagnato dal pedice “D” o “L”). Volendo tradurre in una formule fisica quanto appena detto si potrebbe scrivere la seguente equazione:

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La forza di resistenza, unitamente alle forze di attrito tra pneumatici e strada, è equilibrata dalla spinta del motore. Questo vuol dire che se aumenta la spinta del motore, aumenta la velocità quindi la forza di resistenza aerodinamica che si oppone al moto. E’ facilmente intuibile che la velocità massima raggiungibile da un mezzo è legata dall’equilibrio, tra le altre cose, tra la massima spinta fornibile dal motore e la forza di resistenza aerodinamica. A parità di massima spinta fornibile, quindi di potenza erogabile dal motore, per aumentare ulteriormente la velocità massima non resta che agire sul prodotto C*A quindi sulla forma e la sezione frontale della moto. A questo punto è chiaro perchè una moto dotata di carena integrale è più facile che raggiunga velocità più elevate rispetto a una naked che invece opporrà un resistenza maggiore e a parità di potenza del motore raggiungerà sicuramente una velocità massima inferiore. Nel trattare questi argomenti diventa fondamentale la posizione che assume il pilota durante la guida. Per migliorare la penetrazione è indispensabile cercare di ridurre il più possibile la sezione frontale (vedi formula di sopra) motivo per cui è necessario appoggiarsi con il busto sul serbatoio cercando di stare all’interno dell’eventuale carena o cupolino.

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La forza di portanza, poiché è rivolta verso l’alto, tende a sollevare la moto, quindi a ridurre il peso principalmente sulla ruota anteriore e di conseguenza l’aderenza che, è bene ricordarlo, è proporzionale al peso che agisce sulla ruota. Sulle motociclette sportive attuali vengono condotti numerosissimi studi e migliaia di ore in galleria del vento per sviluppare la carena ottimale per massimizzare le prestazioni sia in termini di velocità massima che di aderenza dei pneumatici al suolo oltre a ridurre il più possibile i vortici lungo il fianco della moto che possono generare forze laterali che tenderebbero a rendere il mezzo instabile.

Nell’ambito delle moto da competizione gli studi aerodinamici vengono fatti anche in funzione dell’ottimizzazione dei flussi di aria che investono i radiatori dell’acqua e dell’olio al fine di migliorare il raffreddamento del motore.

Come è stato già accennato prima, l’influenza che il pilota ha sull’aerodinamica dell’insieme moto+pilota è elevatissima. Basti pensare che una posizione in sella non ottimale, ad esempio con i gomiti leggermente aperti, o il casco leggermente sollevato dal serbatoio possono ridurre anche di 20-30km/h la velocità massima. La posizione del pilota influisce anche sulla capacità della moto a girare cioè sull’imbardata. Infatti se si sposta il busto o semplicemente una gamba all’esterno della sezione della moto, si sposta lateralmente anche il centro di pressione delle forze aerodinamiche con la conseguente generazione di un momento, detto di imbardata, che tende a far ruotare la moto intorno ad un asse perpendicolare al suolo. Questo spiega perché ormai è diventata una prassi abituale per parecchi piloti di velocità allargare la gamba interna alla curva che si sta per affrontare.

Sepang 2012: Alex De Angelis emerge su tutti dall’acqua malese.

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In una giornata molto difficile, fortemente condizionata dalle proibitive condizioni atmosferiche, dominata dallo struggente ricordo della scomparsa di Marco Simoncelli, ancora molto vivo nel cuore di tutti, il nostro Alex De Angelis ha centrato, per la terza volta, in tre anni consecutivi, sempre nel terz’ultimo appuntamento mondiale della stagione, la vittoria, meritatissima, in Moto2.

Al di là della numerologia, Alex ha dimostrato, una volta di più, di avere le carte in regola per essere uno dei grandi protagonisti nel motomondiale, che Corsidiguida.it ha l’onore di annoverare tra i suoi più valenti istruttori.

WEB REPORTER: Massimo Bracchi

Alex De Angelis in azione durante l’evento organizzato da Corsidiguida.it 

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VISTE A CORSIDIGUIDA.IT – la regina dei due tempi… (purtroppo) andati: la YAMAHA RD 350.

1972, circuito del Nürburgring. Un pilota al suo secondo anno nel motomondiale, classe 350, pone con perentoria autorità, le sue ruote davanti a sua maestà Giacomo Agostini in sella alla regina di tutte le piste, l’MV Agusta 350 3 cilindri 4 tempi.

Lo stile del pilota che veniva dal nord, un vichingo di 25 anni con in tasca una laurea in ingegneria meccanica, è insolito, aggressivo, vincente. La moto, bianca e rossa, emetteva un sinistro (per gli avversari) sibilo, tradendo la poco nobile origine dei fumosi e semplici due tempi. Un binomio micidiale, da paura.

Il pilota si chiamava Jarno Saarinen. La moto era la Yamaha 350 2T due cilindri.

Era iniziata l’era vincente dei due tempi.

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Il mondiale moto, fino agli anni ’70-80 era l’anticamera della produzione sportiva su strada, quindi Yamaha decise di commercializzare quel fulmine di guerra producendo a partire dal 1973 (se consideriamo anche la serie A) fino al 1995, quella che fu considerata, a ragione, “la” due tempi di media cilindrata (allora le 350 erano considerate tali) per antonomasia: la Yamaha RD 350 2T.

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Quindi, ecco che, dopo la mitica 500 4 cil. (della quale abbiamo diffusamente parlato in un precedente articolo) a Corsidiguida.it si presenta la sorella minore, portata in pista dal nostro corsista Claudio, che ha scelto il nostro evento per affinare la guida su un mezzo impegnativo come la favolosa RD 350 2T.

Doveroso, a questo punto, pubblicare la scheda tecnica della moto oggetto del nostro articolo, in produzione intorno al 1986/88  completata con  le personalizzazioni effettuate dal nostro Claudio per poterla, con sicurezza, portare in pista.

La foto della Yamaha 350 RD del 1988 (con motore 1986) di Claudio.

yamaha rd 350

 

MOTORE
Due tempi, due cilindri paralleli, raffreddato a liquido.

Alesaggio e corsa mm 64 x 54; cilindrata totale 347 cc. Rapporto di compressione 6:1, potenza max. 63 cv a 9.000 giri; coppia max. 5.0 Kgm a 9.000 giri. Ammissione lamellare.

Due carburatori Mikuni SS da 26 mm identificati con la sigla 1UA 00. Lubrificazione automatica separata tipo Autolube; lubrificazione cambio tramite pompa trocoidale. Accensione elettronica a scarica capacitiva (CDI modello QAB49 Nippon Denso). Avviamento a pedivella sul lato destro.
IMPIANTO ELETTRICO
Tensione di funzionamento 12 Volt Generatore: alternatore da 190 Watt. Batteria da 12 V, 5.5 A/h. CAndele: NGK BR9ES distanza tra gli elettrodi 0,7-0,8 mm.
TRASMISSIONI
Primaria ad ingranaggi a denti elicoidali, finale a catena.

Frizione multidisco in bagno d’olio. Cambio a sei marce.

Finale: Corona 39 denti; pignone 17 denti.
CICLISTICA
Telaio a doppia culla chiusa, in tubi di acciaio a sezione tonda; Forcellone posteriore in acciaio a sezione tonda; Interasse 1385 mm, inclinazione cannotto 27°, avancorsa 96 mm; Forcella teleidraulica non regolabile, con steli da 32 mm ed escursione 140 mm, olio SAE 10W quantità 282 cm3 per stelo. Pressione dell’aria all’interno degli steli: standard 0,4 bar, aumentabile fino a 1,2 bar massimo. Sospensione posteriore New Monocross, escursione ruota 100 mm.  Freno anteriore a doppio disco da 267 x 5 mm con pinze flottanti a doppio pistoncino; posteriore a disco diametro 267 x 5 mm. Olio freni DOT 3 o SAE J1703. Ruote in lega a tre razze sdoppiate tangenziali con canale anteriore da 2,15×18; posteriore 2,50×18. Pneumatici: ant. 90/90-18 51H, posteriore 110/80-18 58H.
RIFORNIMENTI
Serbatoio carburante lt. 17 di cui 5 di riserva; serbatoio olio lubrificazione separata lt. 1.6; olio cambio lt. 1.7 SAE 10W30; liquido refrigerante lt. 1.5 (50% antigelo – 50% acqua demineralizzata); serbatoio di riserva 215 cm3. Apertura completa termostato a 85°C.
DIMENSIONI E PESO
Lunghezza 2.095 mm, larghezza 700 mm, altezza 1190 mm,

altezza sella 790 mm, altezza minima da terra 165 mm. Peso a secco kg 159.

 

Queste le modifiche effettuate:

Codone e carena come da Supertrophy dell’epoca. Grafica che riprende i colori della mia scuderia RE2000 (ex Lombardini RE).
– Eliminato tutta la parte elettrica relativa a fari, frecce, fanalino di coda, claxon ecc.
– Marmitte Jolly Moto prima versione.
– Getti del massimo da 240.
– Monoammortizzatore Gubellini.
– Forcelle originali con molle e pompanti modificati.
– Pinze e dischi originali ma con pastiglie sinterizzate da corsa, pompe originali revisionate e con tubi in treccia.
– Pneumatici da gara per moto d’epoca (110/18 ant. e 130/18 post.)
Tutto il resto è strettamente di serie per partecipare al nostro Yamaha RD-Series Supertrophy. Ovvio tutta la moto è stata smontata, cambiati cuscinetti, tubazioni, bulloneria importante ecc. ripulita e rimontata. Serbatoio pulito e rifatto con Tankerite, e riempito di spugna come da regolamento FIM.

 

yamaha 350 RD

 

Per chi volesse approfondire la propria conoscenza con le due tempi storiche della casa di Iwata, eccovi il collegamento con il sito Che si distingue per le attività sportive legate alle Yamaha RD rinnovando, in questo modo, il ricordo di quegli anni, per alcuni versi irripetibili.

A prestissimo un gustoso e interessante report, dello stesso Claudio, sulla sua partecipazione all’evento di Corsidiguida.it, nel quale pubblicheremo altri interessanti dati tecnici e curiosità relativi alle mitiche Yamaha 2T portata in pista a Castelletto di Branduzzo. STAY TUNED!

WEB REPORTER: Massimo Bracchi

AMARCORD – Una vita da mediano: Paolo “Gasolio” Casoli si racconta – un’esclusiva di Corsidiguida.it.

E’ così, che ci volete fare. Sarà il periodo feriale, saranno gli scarsi risultati degli italiani in Motogp, sarà che i ducatisti viaggiano spesso con la memoria ( a qualcosa ci si deve pur aggrappare…)per ritrovare antichi fasti, che mi sono imbattuto, sul web, in un vecchio articolo di SuperWheels (la parte “corsaiola” della rivista Motociclismo) dedicato al campione Supersport del 1997 Paolo Casoli, in sella alla Ducati 748, dove si racconta, con fare scherzoso e “irriverente”  del come e perchè  il nostro “Gasolio” diventò un uomo nuovo (e migliore) dopo il terribile incidente accorsogli  a Valencia il 13 novembre 2002, incidente che costò a Paolo, oltre a un grave trauma cranico, il ritiro definitivo dalle corse.

Paolo Casoli durante la gara di Monza nel mondiale supersport del 2000 in sella alla Ducati 748gasolio,paolo casoli,ducati 748,monza,supersport,sbk,corsidiguida.it

 

Qui il link dell’articolo: http://www.superwheels.net/gasolio-una-botta-fortunata-una-storia-vera. Ma sarà proprio vero? Bene, mi sono detto, non mi resta che chiederlo direttamente all’interessato.

Eccovi quindi l’intervista completa, rilasciata in un momento di relax durante uno dei nostri eventi di Corsidiguida.it, durante la quale il nostro simpatico e disponibile Gasolio, risponde “a cuore aperto” alle nostre domande.

WEB REPORTER: Massimo Bracchi

 

MASTER DRIVERS e MASTER RIDERS: le due offerte formative di Corsidiguida.it per il 2012

Breve pausa estiva per Corsidiguida.it, i corsi riprenderanno il 10 settembre, nel frattempo,  eccovi la presentazione del 2012 con tante novità per il dopo-ferie.

L’offerta di Corsidiguida.it, da leggere con attenzione nel file PDF che vi allego, sono veramente tante e tutte allettanti, dove ai consueti e adrenalinici giri in pista sotto la guida dei nostri valenti campioni si affianca sempre più importante, una sezione, sia per le auto che per le moto, dedicata alla guida sicura, chiamata anche per le auto: “difensiva”, con un occhio particolare alle disposizioni di legge in materia di sicurezza (parliamo del Testo Unico per la sicurezza sul lavoro:  Dlgs 81/2008 e succ. modif.).

Un invito quindi ad aprire il file PDF qui allegato per scoprire e conoscere nel  dettaglio le varie novità.

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Ma il blog di Corsidiguida.it non va certo in vacanza: durante questo periodo estivo continueranno i nostri servizi dal mondo delle corse e del motorismo in genere, con curiosità, interviste, approfondimenti tecnici e tanto altro. STAY TUNED, il vostro blogger non riposa mai!

WEB REPORTER: Massimo Bracchi

Le video-interviste di CORSIDIGUIDA.IT: ROBERTO LOCATELLI parla di Fenati, del Team Italia e della Moto3

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Romano Fenati al Mugello ( foto da motogp.com )

Alla luce dello splendido secondo posto, ottenuto al  fotofinish  da Romano Fenati sul circuito del Mugello, vi proponiamo un’interessante intervista con Roberto Locatelli, coordinatore tecnico del Team Italia.

L’intervista si riferisce ai risultati ottenuti dal Team appena dopo la battuta d’arresto all’Estoril al seguito dei successi di inizio stagione, nella quale si nota la grande capacità di lettura in chiave tecnico-agonistica del nostro Locatelli che, non dimentichiamolo, ha ottenuto, nel 2000 il titolo di campione del mondo nella classe 125, capace in breve tempo  di ricucire gli strappi di una stagione che sembrava decisamente complicata , in riferimento alle prestazioni  in assoluto ottenute dal nostro Fenati, prima del bel risultato conquistato in Italia.

La nostra intervista prosegue con Locatelli che fa il punto sulla Moto3, una classe partita in sordina, ma che ha decisamente fatto dimenticare, in pochissimo tempo, la pur amatissima 125 GP, che tanto ha dato, in termini di emozioni e risultati, ai nostri colori.

A seguire, come di consueto, una PHOTOGALLERY  del nostro campione e istruttore Roberto  Locatelli, con un arrivederci da parte mia al 23 luglio per un’altra giornata in compagnia di Corsidiguida.it !

WEB REPORTER: Massimo Bracchi

 

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LE “MAZZATE” DI MARCO LUCCHINELLI – in esclusiva a CORSIDIGUIDA.IT

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E’ così: irrefrenabile e clamorosamente vintage, Marco Lucchinelli, campione del mondo classe 500 nel 1981, istruttore a Corsidiguida.it , che  tante ne sa. E tante ne spara. Di mazzate:  la Ducati in MotoGP che si perde in meandri di sperimentazioni  telaistiche; il Valentino nazionale che non vince più e aspetta che sia invece  la moto, appunto, vincente;  lo staff dirigenziale Ducati… i difetti cronici di certe moto e i pregi di talaltre, esprimendo la propria contrarietà nei confronti dell’attuale eccessiva “invasione” dell’elettronica nelle moto e nelle auto, togliendo così il gusto della guida, ma anche consentendo ad un utente poco esperto un comportamento in strada pericoloso,  perché troppo aiutato, in una guida sportiva, dai vari dispositivi di supporto elettronico. Non mancano considerazioni sui campioni del presente, come Melandri , e del recente passato, come Troy  Bayliss, indimenticato campionissimo della SBK, ancora idolo incontrastato e insostituibile dei ducatisti, del quale il nostro Lucky ha una grandissima stima, descrivendone le innate, grandissime doti di guida. Poi, la Storia del motociclismo sportivo, quello con la “s” maiuscola appunto: i campioni del passato, “Fast” Freddie Spencer, su tutti, un vero marziano venuto dagli USA per portare una ventata di novità nel modo di guidare le moto da GP, capace di vincere nello stesso anno, il 1985, i due mondiali più abiti: la 250 e la 500 con la Honda;  poi, aneddoti curiosi su Randy Mamola, il funambolo statunitense che ha raccolto poco ma dato molto alla 500 GP; Michael “Mick” Doohan, che con il comando del freno posteriore posizionato sotto la leva della frizione, a sinistra sul manubrio, a seguito del pauroso incidente di Assen nel ’92 (salvato in extremis dal dott. Costa), ha vinto cinque mondiali… Insomma, una miniera di informazioni da ascoltare a bocca aperta nelle pause a Corsidiguida.it. Uno spettacolo nello spettacolo da vivere con intensa emozione.

A dimostrazione di quanto detto, vi propongo una chiacchierata del Lucky in compagnia del commentatore sportivo di Italia 2 Mediaset Max Temporali, nostro direttore operativo e del Dott. Marco Franchini della clinica mobile, nostro responsabile medico.

A seguire una bella PHOTOGALLERY del nostro campione che contiamo tutti di incontrare nuovamente il 23 luglio a Corsidiguida.it, buona visione.

WEB REPORTER: Massimo Bracchi

 

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L’opinione: MUGELLO, O CARO…

Come nello splendido duetto della Traviata di Giuseppe Verdi, La pista del Mugello, quasi una Parigi (motociclisticamenteparlando) incastonata nelle splendide colline toscane, ecco mi appare, illusoria e fatale. Un copione già visto, il carrozzone milionario del motomondiale sbarca in Italia, condito da speranze e, appunto, pie illusioni che qualcosa possa, finalmente, cambiare le sorti di una asfittica Motogp che stenta ad entusiasmare gli animi dei sempre attenti e fedeli appassionati provenienti da tutta Europa.

OK, direte, ma Iannone, “il pompiere di Viggiù” rossovestito e il rinato/redivivo Fenati dove li mettiamo? Nel genio italico. Non so altrimenti dove. Ma le nostre rosso-anemiche non girano proprio. Valentino attendista, Hayden pavido guerriero… Ci rimane un Rag. Dovizioso che, pur con la sua innegabile bravura, pervicacia e precisione di guida, non riesce ad infiammare più di tanto gli animi degli appassionati italiani raccolti sulle colline antistanti il circuito.

Così, aggirandomi nella calura del rumoroso catino toscano, tra hospitality auto-celebrative e meccanici indaffarati (loro sì che si guadagnano la pagnotta!), tra controlli asfissianti (mancava solo il cartellino per i bagni…) e un apparente Stato di polizia (Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia Municipale, Guardia Forestale, Vigilantes… manca qualcuno?) rimuginavo la giornata che volgeva al termine, piena di aspettative, ma avara di risultati. Saluto qualche amico, mi si apre il cuore a rivedere alcune “vecchie glorie”, vedo un capannello di gente all’uscita del box Yamaha: chi aspettano? Ecco, il divo del momento, giustamente osannato, esce indossando ancora la tuta di pelle blu: Jorge Lorenzo, il dominatore del GP d’Italia 2012. Si avvicina, con un grande sorriso, disponibile e paziente. Ha l’età di mio figlio, è già un divo, ma il cuore si allarga, a vederlo così spontaneo, come devono essere i giovani della sua età. Mi sei piaciuto Jorge, da oggi hai un fan in più.

Concludo con una breve riflessione: il motociclista, il comune appassionato, in questo apparentemente dorato mondo, dove viene collocato? tra i polli da spennare o dove? Me lo chiedo e lo chiedo a voi, amici del blog. Per quanto mi riguarda sarò felice di ritrovare, il 23 luglio, lo staff di Corsidiguida.it, per una vera giornata tra appassionati, dove la vecchia gloria e il campione in attività si mescola e si amalgama con il comune utente della strada, che è poi, infine, quello che fa girare tutta la baracca.

Dimenticavo: un plauso a Sportmediaset, e a tutto lo staff di giornalisti che ci fanno vivere giornate indimenticabili sui nostri schermi di casa, un sentito grazie all’amico Max Temporali, ma anche a Alberto Porta, e a chi in Sport Mediaset ha, come lui, tollerato la mia piccola “invasione di campo” presso la loro tenda.

WEB REPORTER: Massimo Bracchi

 

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Nicky Hayden, in uscita dalla Savelli, affronta il  breve rettilineo prima dell’Arrabbiata 1.

 

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Jorge Lorenzo, cordiale e disponibile, firma autografi e posa per le foto tra i suoi fans.